lunedì 31 ottobre 2011

Il mare


«Sentendomi male nell’anima, cercai di affrontare il problema del perdono. E chi avrebbe dovuto perdonarmi? Quale Dio? Quale Cristo? Erano miti in cui avevo creduto un tempo ma ora era fede che mi sembrava mito. Questo è l’oceano e questo è Arturo. L’oceano è reale e Arturo crede che lo sia. Poi volto le spalle al mare e non vedo altro che terra. Continuo a camminare e la terra si estende fino all’orizzonte. Un anno, cinque anni, dieci anni, senza vedere il mare. Cosa è accaduto al mare, mi dico? Il mare è qui, rispondo, nel magazzino della memoria. Il mare è un mito. Non è mai esistito.  E invece c’era! Lo so perché sono nato sulle sue sponde, mi sono bagnato nelle sue acque! Mi ha nutrito e mi ha dato pace, e le sue affascinanti distanze hanno alimentato i miei sogni! No, Arturo, il mare non è mai esistito. Non è che desiderio, il tuo, ma continua pure a camminare nel deserto. Non lo rivedrai mai più, il mare. È un mito in cui una volta hai creduto. Eppure sorrido, perché ho ancora il salino nel sangue, e la terra, con tutte le sue strade, non riuscirà a confondermi, perché il mio sangue tornerà alla sorgente.»


John Fante, Chiedi alla polvere


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